“Siamo ciò che consumiamo.”
L’affermazione, oggi riconosciuta con sempre più forza anche dalla
giurisprudenza, del danno esistenziale, inteso come lesione alle attività
realizzatrici della persona, attribuisce cittadinanza e dunque tutela ad una
molteplicità di manifestazioni a reddituali della persona fino a poco tempo
fa considerate al di fuori dell’operatività dello strumento risarcitorio ex
art. 2043 c.c., creando nuove prospettive nel sistema di tutela dei diritti
dei consumatori.
Tradizionalmente il sistema risarcitorio è stato caratterizzato
dalla rigida dicotomia tra danno patrimoniale e danno morale .
Successivamente, in tale partizione si è inserito il danno biologico inteso
come danno non patrimoniale all’integrità psico fisica della persona
L’attuale panorama di giurisprudenza mostra, in effetti, un costante
incremento di fattispecie inedite di danno, riguardanti lesioni che
toccano interessi suscettibili di riverberarsi nella sfera
colloquial/relazionale dell’offeso.