La tutela della reputazione, sia personale, sia professionale, di un individuo trova la propria disciplina già nella Costituzione, ai sensi degli artt. 2 e 3 Cost.; mentre, dal punto di vista civilistico, questa viene classificata quale diritto della personalità e in quanto tale gode di un’ampia...Leggi tutto
Danni all’immagine professionale
Risarcimento danni: molestie sul lavoro e immagine professionale
I danni possono essere di natura contrattuale o di natura extracontrattuale, riguardando le cose (danni materiali) o le persone (danni fisici, morali, esistenziali…). Delegare a DG studio legale la gestione del risarcimento danni, contribuisce a dare un esito positivo alla pratica e velocizzare i ...Leggi tutto
Infortuni sul lavoro e malattie professionali
L’infortunio sul lavoro è l’evento traumatico, avvenuto per una causa violenta sul posto di lavoro o anche semplicemente in occasione di lavoro, che comporta l’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa per più di tre giorni. Si tratta del sintomo più evidente del m...Leggi tutto
Reintegra nel posto di lavoro
La libera facoltà di recesso da parte del datore di lavoro è stata limitata nel tempo da una serie di norme a tutela del lavoratore e del suo diritto al lavoro, costituzionalmente garantito. Ci sono infatti una serie di limiti sostanziali e procedurali alla libertà di licenziamento da parte del d...Leggi tutto
Impugnazione licenziamenti individuali e collettivi
Il licenziamento è l’atto con il quale il datore di lavoro recede unilateralmente dal contratto di lavoro con un suo dipendente. La libertà di licenziamento è sottoposta a limitazioni, tenuto anche conto che il lavoratore è ritenuto la parte debole del contratto di lavoro. E infatti, la li...Leggi tutto
Contratti di Lavoro
Sono frequenti gli episodi di conflittualità tra datori di lavoro (parte contrattuale “forte”) e lavoratore (parte contrattuale “debole”): licenziamenti senza giusta causa e/o giustificato motivo, provvedimenti disciplinari ingiusti, differenze retributive dovute, demansion...Leggi tutto
TFR
Con la sigla T.F.R. si intende il trattamento di fine rapporto. In alcuni casi il lavoratore può chiedere al proprio datore di lavoro il versamento anticipato di una parte del T.F.R., trattamento di fine rapporto, che andrà a percepire al momento della cessazione del rapporto di lavoro. A tal prop...Leggi tutto
FAQ – Diritto del Lavoro e Previdenza Sociale
Quali sono i requisiti per la pensione di “invalidità”?
Si può ottenere quando si verificano le seguenti condizioni:
– infermità fisica o mentale, accertata dal medico legale dell’INPS, che provochi una riduzione permanente a meno di un terzo della capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle attitudini del lavoratore;
– un’anzianità contributiva di almeno cinque anni, di cui tre versati nei cinque anni precedenti la domanda di pensione.
L’assegno ordinario di invalidità non è una pensione definitiva: vale infatti fino ad un massimo di tre anni, ed è rinnovabile su domanda del beneficiario, che viene quindi sottoposto ad una nuova visita medico-legale.
Dopo due conforme consecutive l’assegno diventa definitivo.
L’assegno ordinario di invalidità viene concesso anche se si continua a lavorare. In questo caso il titolare ogni anno viene sottoposto a visita medico-legale.
Al compimento dell’età pensionabile, l’assegno viene trasformato in pensione di vecchiaia.
Esiste un termine per impugnare un licenziamento?
Il licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro 60 giorni dalla ricezione del relativo atto, con atto scritto proveniente dal lavoratore; il licenziamento verbale è nullo e tale nullità può essere fatta valere nel termine prescrizionale di cinque anni con diritto a tutte le retribuzioni maturate.
Cosa accade se la collaborazione a progetto il collaboratore e il datore di lavoro non mettono per iscritto i loro accordi?
La legge stabilisce che il contratto di collaborazione a progetto deve avere forma scritta. Prima della riforma attuata con il D.L n. 76/2013 il requisito di forma aveva l’unico scopo di consentire la prova degli accordi il committente e il collaboratore. Per questo motivo anche un contratto verbale poteva essere valido ma diventava molto complicato dimostrare quali siano stati i termini dell’accordo e – in particolare – quale fosse il progetto e quale il compenso, con il grosso rischio per il datore di lavoro di vedere impugnato il contratto da parte del collaboratore. Dopo la riforma la legge si limita a stabilire che il contratto deve rivestire una forma scritta lasciando intendere che si tratti di una forma prevista per la validità dell’atto.
QUAL È IL TERMINE DI PRESCRIZIONE PER L’ESERCIZIO DEI DIRITTI DERIVANTI DAL RAPPORTO DI LAVORO?
I diritti retributivi si prescrivono in cinque anni. Tale termine decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro per le imprese minori (non superiori a 15 dipendenti presso le unità produttive per le imprese industriali o commerciali, e 5 dipendenti per quelle agricole, o comunque con meno di 60 dipendenti complessivamente), mentre decorre in costanza di rapporto per le altre.
Il diritto alla qualifica si prescrive in dieci anni ed il termine prescrizionale decorre anche in costanza di rapporto.
Ci sono dei casi in cui è vietato licenziare un lavoratore?
Sì, è vietato il recesso del datore di lavoro in caso di matrimonio della lavoratrice, dal giorno della richiesta delle pubblicazioni fino ad un anno dopo la celebrazione del matrimonio, ed in questo periodo sono nulle anche le dimissioni della lavoratrice, salvo siano personalmente confermate davanti la Direzione Provinciale del lavoro.
Il divieto di licenziamento opera inoltre dall’inizio della gravidanza e fino al compimento di un anno di età del bambino. Analogamente è nullo il licenziamento del lavoratore causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo di paternità e quello dei lavoratori che abbiano chiesto o fruito del congedo parentale.
Vige inoltre il divieto di licenziamento in caso di infortunio o malattia professionale per tutto il periodo previsto dalla legge o dai contratti collettivi.
In caso di malattia generica il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto per un periodo variabile in relazione all’anzianità di servizio e alla categoria di appartenenza.
Analogo divieto di licenziamento sussiste poi per i dirigenti delle rappresentanze sindacali aziendali, dei candidati e dei membri di commissione interna per un anno dalla cessazione dell’incarico, nonché per i lavoratori eletti a svolgere pubbliche funzioni.
In ultimo è vietato il licenziamento dei lavoratori che partecipano ad azioni di sciopero.